Quando lo stalking viene perpetrato da una donna.

Quando si parla di stalking lo stereotipo prevalente suggerisce che la violenza sia stata perpetrata da un uomo. Circa l’80% dei casi conosciuti riportano un soggetto maschile come carnefice, ma dalle ricerche emerge che anche le donne possono mettere in atto una campagna di stalking verso una persona dello stesso sesso o del sesso opposto.

 

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Stalking a Torino.

Venerdì 3 novembre 2017 l’Associazione Eco (www.ecoassociazione.it) ed il Centro Clinico Crocetta (www.centroclinicocrocetta.it) hanno organizzato una tavola rotonda a Torino, aperta alla cittadinanza allo scopo di comprendere a fondo i fenomeni collegati della dipendenza affettiva e delle molestie assillanti e ripetute, comportamenti di cui lo stalking risulta essere la manifestazione che dilaga maggiormente.

Il Dott. Massimo Zedda (www.massimozeddapsicologo.it), che da anni si occupa e studia le molestie presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino, e le colleghe psicologhe e psicoterapeute, Dott.sa Lorena Ferrero (www.studiopsicologotorino.it) e Dott.ssa Luigina Pugno (www.psicoterapiasessuologiatorino.it), si sono confrontati sul tema partendo dalla loro esperienza clinica con pazienti con dipendenza affettiva o vittime di comportamenti assillanti e ripetuti.

Dall’incontro è emerso che lo stalking è conosciuto soprattutto nelle casistiche più estreme, anche per i fatti di cronaca, e che la prevenzione primaria, nella forma di discussioni rivolte al pubblico potrebbe portare ad un aumento della consapevolezza del fenomeno stesso, soprattutto dal punto di vista delle ricadute psicologiche negative sulla qualità della vita percepita. Inoltre è emersa la scarsa conoscenza dello stalking dal punto di vista maschile, come vittime, e delle molestie perpetrate tra partner con orientamento sessuale di tipo omosessuale. Ciò ha comportato una carenza di risposte di aiuto dedicate a queste persone. Un altro importante concetto è il legame tra la dipendenza affettiva e lo stalking; può infatti accadere, qualora rifiutati o se il partner interrompe la relazione, di compiere condotte aggressive ricorrenti nei confronti della persona rifiutante ancora amata.

I professionisti ritengono che servizi inclusivi rivolti anche a soggetti difficilmente raggiungibili, come gli uomini e le persone omosessuali, potrebbero portare beneficio alla qualità della loro vita, con forti ricadute positive sulla collettività, in un’ottica di prevenzione terziaria.
Infine, si è sottolineato che servizi volti ad aiutare i soggetti che vivono in una condizione di dipendenza affettiva, uomini e donne, possano portare alla riduzione del numero di futuri ipotetici molestatori (prevenzione secondaria), in quanto, come emerge dalla letteratura specifica, il rifiuto in una relazione romantica può attivare l’incremento del livello di aggressività del rifiutato innamorato. Segue che il beneficio è ulteriormente incrementabile qualora uno stalker inconsapevole venga a conoscenza delle dinamiche interpersonali disfunzionali che mette in atto, inserendole bonariamente in una cornice di significato caratterizzato dal sano corteggiamento.