Dipendenza affettiva, rifiuto e trauma.

Trauma e dipendenza affettiva.

Trauma e dipendenza

  • In letteratura è ormai accertato che la dipendenza affettiva (love addiction) e il rifiuto nella relazione sentimentale presentino caratteristiche sintomatologiche e neurofisiologiche tipiche delle addiction (a tal proposito si veda https://www.stateofmind.it/2018/09/dipendenza-affettiva-stalking-sitcc/ ).
  • Le dipendenze da uso e abuso di sostanza e comportamentali sono una patologia della volontà.
  • La dissociazione strutturale primaria (Van der Hart) rappresenta il limite all’esercizio dell’azione intenzionale. Può insorgere nell’età dello sviluppo o essere contestuale alla fine della relazione sentimentale.
  • La narrazione è uno strumento terapeutico finalizzato e riconosciuto per raggiungere lo stato di integrazione dei vissuti traumatici.

Questi sono gli assunti necessari per esporre l’importanza del collegamento tra trauma relazionale e cura sia della dipendenza affettiva e sia del rifiuto all’interno della relazione sentimentale.

La recensione del manuale sulla Dissociazione Strutturale di Van der Hart si può leggere al seguente link – https://www.stateofmind.it/2016/04/trauma-trattamento-della-dissociazione/

Secondo la teorizzazione del Prof. Canali (http://www.psicoattivo.com/), le dipendenze da uso e abuso di sostanza e comportamentali si possono inserire all’interno dell’ipotesi di patologia della volontà.

«Le azioni di un soggetto dipendente, sono intenzionali, ma non realmente libere, […] la percezione delle alternative e la possibilità di manipolarne i pesi motivazionali sono soggette a limiti più o meno consistenti.» (Canali S., 2017).

Suppongo che un limite sia rappresentato dalle conseguenze della dissociazione strutturale primaria a seguito di un evento traumatico per il soggetto.

Tale dissociazione limita e/o restringe il campo di coscienza, induce comportamenti impulsivi, forti emozioni e intense sensazioni fisiche che ostacolano i processi adattivi dell’individuo.

Come ci si sente?

Come immersi nella nebbia, non si sa dove andare e tutto diventa caos. È difficile pensare alla via di uscita; angoscia e impotenza rendono tutto impossibile…

Quando si parla di trauma si fa riferimento ad un evento che nel passato èNebbia stato fonte di intensa sofferenza (oppure una serie di esperienze negative protratte nel tempo). Ma anche il rifiuto nella relazione sentimentale potrebbe essere un evento traumatico: accade ora, nel presente vicino.

Potrebbe, in quanto non tutte le persone che hanno visto finire una relazione hanno vissuto tale evento come estremamente sofferente, ossia non superato nel tempo attraverso l’elaborazione del lutto.

La sofferenza rimane. La sofferenza che rimane potrà essere la risposta all’evento traumatico, trauma appunto del presente, contestuale alla fine della relazione, non del passato.

Se una persona ritiene di ritrovarsi nei contenuti di queste righe appena lette, il suggerimento è di rivolgersi per una consulenza presso un professionista (psicoterapeuta), lo scopo sarà di comprendere cosa succede e alleviare il dolore e/o senso di angoscia.

Il tempo passa, il tempo è passato…

ecco che i ricordi sono rivissuti, non narrati in forma esplicita; l’eterno ripetersi del vissuto traumatico con lo scopo di risolverlo, scopo che fallisce ad ogni tentativo.

Integrare significa vivere l’esperienza nella personale storia narrata, raccontarla con la consapevolezza di qualcosa del passato e non più presente nel qui ed ora.

In tal modo, l’individuo potrà mettere in atto le strategie d’azione integrate al raggiungimento dello scopo di aumentare i gradi di libertà verso l’acquisizione di maggior senso di autodeterminazione.

Nello specifico, per uscire dalla dipendenza affettiva e/o dalla sofferenza del rifiuto occorre risolvere il trauma (se presente) per evitare che ostacoli il processo di cambiamento. Tale processo conduce ad un maggior senso di autocontrollo, permettendo di non mettere in atto gli schemi d’azione disadattivi e specifici di una esperienza dolorosa ormai passata.

Bibliografia sulla dipendenza affettiva.

Link per la bibliografia: libri, manuali e articoli.


 

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Recensione del libro: “Cosa faremo di questo amore”.


“Cosa faremo di questo amore”, libro di Gabriele Di Fronzo che conduce il lettore verso la conoscenza di cosa accade nella parte finale della storia d’amore.

Amore e separazione sono gemelli siamesi” sostiene l’autore.

 

“L’oggetto di questo libro non è propriamente l’amore, sarebbe piuttosto ciò che succede quando l’amore finisce.”

 

Per leggere la recensione –> www.sololibri.net/Cosa-faremo-di-questo-amore-Di-Fronzo.html

Recensione del libro: “Il cervello in amore”.

Nel volume “Il cervello in amore” viene raccontata, dell’amore, la storia tutta. 

Le neuroscienze aiutano a comprendere un fenomeno complesso.

Il libro è scritto in modo chiaro e comprensibile; la lettura è consigliata a tutto il pubblico interessato.

 

Per leggere la recensione –> www.sololibri.net/Il-cervello-in-amore-Attili.html

Dipendenza affettiva, il rifiuto e lo stalking.

Dalla dipendenza affettiva allo stalking.

Dal 20 al 23 settembre 2018 si è tenuto a Verona il XIX Congresso Nazionale della SITCC, Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva.

Ho avuto la possibilità di partecipare al simposio sulle “Dipendenze affettive tra teoria e pratica” con un contributo dal titolo: “Dalla dipendenza affettiva allo stalking”.

Il razionale dell’argomentazione trattata è di sviluppare l’attenzione alla modalità attraverso cui il fenomeno della dipendenza affettiva coniuga con la pericolosità dello stalking.


Per leggere l’articolo su State of Minf: http://www.stateofmind.it/2018/09/dipendenza-affettiva-stalking-sitcc/