Aspetti del Disturbo bipolare

Bipolare

All’interno del gruppo dei disturbi che interessano la mente, il Disturbo Bipolare (Link alla pagina) si pone come una delle condizioni con gravità di un certo livello; oltre a questo risulta essere cronica e ricorrente.

Le persone che ne soffrono vivono momenti di depressione, qualora mania e ipomania. Questi ultimi, nell’accezione clinica, si distinguono dal sentirsi depressi o euforici in base alla gravità, alla durata e all’impatto dei sintomi.
L’accurata analisi e diagnosi da parte di uno specialista è importante per comprendere se si rientra nel quadro clinico e contemporaneamente iniziare il lavoro per arginarne le conseguenze.

Dalle ricerche si è appreso che il corredo genetico gioca un proprio ruolo nell’insorgenza del disturbo bipolare. Nonostante ciò, altri fattori possono attivare lo scatenarsi della patologia; tra essi le esperienze di vita individuali, il modo di pensare e le relazioni che si instaurano sono alcuni aspetti salienti.

Come posso riconoscere i segnali della mania/ipomania?

Gli individui seguiti in terapia che hanno sviluppato una buona capacità di riconoscere i segnali euforici riconoscono maggiormente:

  • Diminuzione del bisogno di dormire ed interesse ad esso
  • Incremento energia
  • Aumento dell’autostima
  • Maggior impegno in attività
  • Aumento della socievolezza
  • Accelerazione del pensiero
  • Aumento irritabilità
  • Maggiore ottimismo
  • Sensazione di irrequietezza e eccitabilità aumentata
  • Le persone vicine possono aiutare ad individuare i segni
Come posso riconoscere i segnali della depressione?

Essi sono più complicati da individuare dalle persone; d’altra parte alcuni sono più comuni:

  • Perdita di interesse per le attività
  • Perdita di interesse verso le persone
  • Ridotta motivazione
  • Preoccupazione e ansia eccessive
  • Sonno disturbato
  • Tristezza e desiderio di piangere

Affinchè si sviluppi e si mantenga la capacità di cogliere in anticipo le ricadute è importante seguire il progetto terapeutico.
Infatti la bassa aderenza ad esso potrebbe essere la causa principale per la comprensione della lettura dei tassi di recidiva generalmente più elevati.

Quali esperienza possono favorire l’insorgenza del disturbo bipolare?

In una elencazione non esaustiva possono essere la mancanza di sonno, l’uso di alcol e/o sostanze psicoattive, lavori con alto grado di stress, così come stili di vita fuori dalla norma. Come visto sopra, in genere le persone che soffrono del disturbo riescono a evitare, o almeno gestire, le situazioni riconosciute in grado di provocare problemi di salute.

Un aspetto importante da sottolineare riguarda gli obiettivi che si possono raggiungere se aiutati attraverso un sostegno psicoterapeutico/farmacologico sia quando la persona vive le fasi depressive e maniacali in forma clinica sia nel periodo frapposto tra gli episodi.

Rispetto alla scarsa o assente aderenza al percorso terapeutico e farmacologico, oltre all’importanza del progetto terapeutico, emerge un urgente bisogno di sviluppare nuovi trattamenti farmacologici e psicologici per i pazienti bipolari. Non ci si deve fermare!

In aggiunta a questo, un trattamento adeguato può essere utile sul piano sia sociale sia personale; il beneficio si esprime quindi anche sui costi sociali oltre che sulla qualità della vita e benessere individuale/famigliare.

Terapia

è ormai assodato che l’efficacia della cura è maggiore quando alla terapia farmacologica viene associato un percorso psicoterapeutico.

bipolare

Trattamento farmacologico

I farmaci agiscono sugli aspetti medico/biologici delle persone: riduzione dei momenti di esaltazione o limitazione gli effetti della caduta depressiva.
La relazione che si instaura tra il medico psichiatra e il paziente è fondamentale. Durante il trattamento si possono attraversare delle difficoltà relative ai farmaci prescritti; trovare il dosaggio migliore o gestire gli effetti collaterali sono esempi di situazioni dove una buona collaborazione aiuta a trovare il trattamento farmacologico più adatto. Inoltre, la relazione terapeutica è altresì importante allo scopo di superare eventuali crisi e mantenere la terapia per limitare le ricadute nei momenti in cui si sta meglio.

Trattamento psicoterapeutico

La psicoterapia aiuta il paziente a riconoscere, evitare e/o gestire le situazioni che possono provocare vissuti stressanti per ridurre la probabilità di recidive.

“[…] è come se fossero (i farmaci) in grado di sbrogliare i miei pensieri e di riordinarli, mi rallentano, mi rendono più docile, mi impediscono di rovinare amicizie e carriere […]. La psicoterapia però, ineffabilmente, guarisce. Attribuisce un po’ di senso a tanta confusione […]”

Nella letteratura specifica alcuni studi mettono in evidenza approcci indirizzati verso la psicoeducazione. La diagnosi precoce dei sintomi prodromici e della gestione degli stessi sintomi, la gestione dello stress  e l’importanza di evitare sostanze illecite e alcol sono esempi di elementi di educazione al disturbo.

Sarà capitato ai lettori di avere molte cose da fare, avere diverse scadenze nel breve periodo ed il tempo a disposizione risulta scarso.
Arriva la consapevolezza che non ne abbiamo abbastanza per fare tutto: sopraggiunge lo stress. Allora appare il nemico, quello che ci porta a mettere in atto attività banali per cercare di gestire i momenti di stress.
Guardare il cellulare, una partita breve al gioco preferito, un po’ di musica, bere un bicchiere, ecc Potrebbe trascorrere mezz’ora e ci si rende conto che questo tempo sarebbe potuto essere stato dedicato agli impegni.
Allora sopraggiunge l’amarezza della realtà: mezz’ora è stata sprecata. Aumenta lo stress e la tentazione è quella di gestirlo con le stesse attività precedenti, quelle che però hanno fatto perdere appunto tempo…
Lo stress continua ad aumentare… questo potrebbe indurre nuovamente un processo depressivo o maniacale negli individui con Disturbo Bipolare.

Attenzione quindi a queste modalità disadattive di fronteggiare le situazioni che portano a vivere ansia e preoccupazione. Il colloquio psicoterapeutico ci viene in aiuto.

Allenamento mentale

Importanza dell’alleanza terapeutica

L’alleanza terapeutica è un fattore indispensabile nella positiva riuscita di un intervento terapeutico. Nello specifico del Disturbo Bipolare, nonostante che la limitata letteratura relativa agli effetti dell’alleanza sugli esiti dei trattamenti si intravede comunque come l’alleanza stessa determini la riduzione dell’impatto delle fasi tipiche della malattia.

Bibliografia

Colom, F., & Lam, D. (2005). Psychoeducation: improving outcomes in bipolar disorder. European Psychiatry20(5-6), 359-364.

Colom, F., Vieta, E., Tacchi, M. J., Sánchez‐Moreno, J., & Scott, J. (2005). Identifying and improving non‐adherence in bipolar disorders. Bipolar disorders7, 24-31.

Gaiseanu, F. (2021). Pathological expression and circuits in addiction and mood disorders: Informational relation with the brain and info-therapy. EC Neurology13(8), 1-12.

Jones, S., & Hayward, P. (2008). Il disturbo bipolare. Springer Science & Business Media.

Sitografia

www.stateofmind.it/2020/06/disturbo-bipolare-alleanza-terapeutica

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Microbiota, infiammazione e disturbi mentali.

Flora intestinale e sistema nervoso.

Con il termine “microbiota” si rappresenta la collezione dei microorganismi simbiotici presenti nel corpo umano. Tra questi, i probiotici sono organismi che somministrati in quantità adeguate apportano all’ospite un beneficio in termini di salute.

Prima della nascita i feti non posseggono la flora intestinale, termine usato per indicare la componente del microbiota presente solo nel tratto enterico; durante il parto naturale veniamo colonizzati da un gran numero di batteri. Nello specifico si tratta di circa 1000 specie batteriche, che nell’adulto costituisce una massa fecale di circa 1,5 kg.

La colonizzazione precoce permette la maturazione del sistema nervoso, del sistema immunitario e la regolazione dello sviluppo della fisiologia intestinale.Sono molti i fattori che modificano il microbiota; elementi quali la dieta, l’attività fisica e altri fattori epigenetici possono influenzare la composizione batterica intestinale. La corretta permeabilità intestinale e l’efficienza del sistema immunitario dipendono dall’integrità dell’assetto microbico enterico.

Se la composizione e l’equilibrio del microbiota vengono modificati, si attiva un processo infiammatorio intestinale e gli spazi presenti tra le cellule epiteliali intestinali possono dilatarsi, modificando la permeabilità intestinale e permettendo l’ingresso nel circolo sanguigno di batteri, virus, funghi, tossine e proteine parzialmente digerite: questi complessi proteici, non riconosciuti dal nostro sistema di difesa immunitario, attivano la risposta anticorpale che, se persistente, può condurre a sviluppare allergie, intolleranze, varie patologie autoimmuni ( diabete, artrite reumatoide, sclerosi multipla), o degenerative (tumori, Alzhimer…).

Si è visto che la colonizzazione microbica intestinale ha un impatto significativo sulla neurofisiologia, sul comportamento e sul funzionamento del sistema nervoso. Diversi percorsi immunitari all’interno e all’esterno del SNC sono coinvolti in importanti meccanismi come la mediazione microbica delle funzioni e del comportamento del cervello. Inoltre la modulazione neuroimmune da parte del microbiota contribuisce tramite eziopatogenesi o insorgenza di segni e sintomi importanti dei disturbi neurodegenerativi e comportamentali, come i disturbi dello spettro autistico, disturbi d’ansia, disturbi dell’umore, Alzheimer e Parkinson.

Studi recenti hanno dimostrato una stretta correlazione tra alterato equilibrio del microbiota materno durante la gravidanza e disturbi neuro-psichiatrici nel bambino.
Il prebiotico rappresenta l’ingrediente alimentare non digeribile che stimola in modo selettivo la crescita, l’attività o entrambi, di uno o un numero limitato di batteri già residenti nel tratto intestinale. Quando i prebiotici influenzano positivamente la salute mentale, vengono definiti “psicobiotici”.
La composizione del microbiota è alterata negli adulti anche dalle forme croniche di stress, sedentarietà, inquinanti ambientali, brusche e frequenti variazioni della glicemia, resistenza insulinica, fumo di sigaretta, eccesso di sale, alimentazione ricca di zuccheri e grassi saturi… L’elevata comorbidità esistente tra lo stress e alcuni sintomi di malattie psichiatriche come ansia elevata, disturbi gastrointestinali (incluso nella sindrome dell’intestino irritabile) metta in luce il peso dell’asse cervello-intestino nello sviluppo di alcuni tipi di patologie.

Neuroinfiammazione cronica e disturbi mentali

Lo studio dell’infiammazione cerebrale (neuroinfiammazione) ha portato risultati interessanti nella comprensione della schizofrenia, il disturbo bipolare e la depressione.

A sostegno del collegamento tra neuroinfiammazione e disturbi mentali, tra i meccanismi molecolari coinvolti nell’insorgenza del disturbo depressivo, evidenze cliniche e precliniche ipotizzano il coinvolgimento dell’alterazione della risposta infiammatoria a seguito di esperienze stressanti (Rossetti, 2017).

Le ricerche sul disturbo depressivo in pazienti non trattati farmacologicamente hanno mostrato un alterato equilibrio tra le molecole pro-infiammatorie e anti-infiammatorie, la cui conseguenza diretta viene rintracciata nell’aumento della insorgenza del disturbo stesso. Inoltre, l’alterazione di tale equilibrio comporta modifiche strutturali dell’encefalo nel rapporto tra la sostanza bianca e la sostanza grigia.
Ulteriori analisi hanno evidenziato la debolezza dei risultati esposti, tutto ciò ha condotto alcuni autori a dubitare dell’evidenza della correlazione tra disturbo infiammatorio cronico e disturbi mentali, ipotizzando che i secondi (soprattutto ansia e depressione) siano invece la conseguenza dello stress psicologico prodotto dall’infiammazione cronica.
Dregon et al. (2019) nella ricerca che ha coinvolto più di 500.000 soggetti, hanno confermato l’aumento del rischio di soffrire di ansia e depressione nei pazienti a cui è stata diagnosticata l’infiammazione cronica.

Il sistema linfatico e le malattie neuroinfiammatorie

La scoperta del sistema linfatico nel sistema nervoso centrale potrebbe condurre a formulare nuove ipotesi   sull’eziologia delle malattie neuroinfiammatorie e neurodegenerative.
Nel 2015, Louveau et al. hanno pubblicato sulla rivista Nature un articolo relativo alla presenza del sistema linfatico nell’encefalo; emerge che i vasi linfatici affiancano i seni venosi della dura madre e si connettono con linfonodi cervicali profondi.
I vasi linfatici sono un sistema vascolare distinto dal sistema cardiovascolare presente nel corpo; il sistema linfatico è un complesso sistema di vasi e nodi (linfonodi) necessari per la raccolta del liquido interstiziale, ricco di scorie metaboliche e del ricambio cellulare, che poi verranno eliminate dai filtri epatici, attraverso la bile, e renali, attraverso le urine.

L’individuazione della rete linfatica nel cranio è stata difficoltosa, ciò nonostante è stato individuato e descritto; i risultati delle ricerche mostrano un sistema che

possiede molte caratteristiche dei vasi linfatici periferici, ma è caratterizzato da un’organizzazione generale e distribuzione con evidenze uniche. La presenza del sistema linfatico funzionale e classico nell’encefalo pone quesiti sull’autonomia immunitaria del cervello.
Si evince che una conseguenza del malfunzionamento dei vasi linfatici meningei possa essere la causa scatenante di una varietà di disturbi neurologici dove l’alterazione del sistema immunitario rappresenta un fattore fondamentale; la sclerosi multipla, il morbo di Alzheimer e alcune forme di linfedema primario associate a disturbi neurologici.

È anche possibile che le demenze possano essere dovute a ridotto drenaggio linfatico cerebrale?

Conclusioni

Il Dott. Vincenzo Simonetti (www.ozonovitaesalute.com/our-team/ossigeno-ozono-terapia-torino), esperto di Ozonoterapia, illustra come attraverso l’utilizzo di ozono e di un corretto stile di vita si possano attenuare gli effetti dell’infiammazione cronica, portando benefici anche alle patologie mentali discusse. Associata alla psicoterapia, l’ozonoterapia potrebbe contribuire alla cura di parte dei soggetti affetti da disturbi mentali quali l’ansia, attacchi di panico e depressione.

In conclusione, emerge la possibilità di migliorare alcune funzioni psichiche o ridurre disturbi come ansia e depressione ottimizzando l’attenzione sui batteri chiamati psicobiotici.

Utilizzati in associazione alla psicoterapia (e terapia farmacologica quando previsto) potrebbero rappresentare un valido aiuto nel trattamento di soggetti specifici.

 

Bibliografia

Bermúdez-Humarán, L. G., Salinas, E., Ortiz, G. G., Ramirez-Jirano, L. J., Morales, J. A., & Bitzer-Quintero, O. K. (2019). From Probiotics to Psychobiotics: Live Beneficial Bacteria Which Act on the Brain-Gut Axis. Nutrients, 11(4), 890.

Louveau, A., Smirnov, I., Keyes, T. J., Eccles, J. D., Rouhani, S. J., Peske, J. D., … & Harris, T. H. (2015). Structural and functional features of central nervous system lymphatic vessels. Nature, 523(7560), 337.

Rossetti, A. C. (2017). Inflammation and vulnerability for major depression: in search of common molecular pathways.

Simonetti V. et al. (2018. Ozonoterapia e nutrizione nell’infiammazione e degenerazione. Ed. Minerva Medica

Valles-Colomer, M., Falony, G., Darzi, Y., Tigchelaar, E. F., Wang, J., Tito, R. Y. & Claes, S. (2019). The neuroactive potential of the human gut microbiota in quality of life and depression. Nature microbiology, 1.

Sitografia

www.stateofmind.it/2017/08/neuroinfiammazione-disturbi-psichiatrici/ – La neuroinfiammazione: ruolo e funzione nei disturbi psichiatrici

www.stateofmind.it/2019/04/disturbi-infiammatori-ansia-depressione/ – I giovani adulti con disturbi infiammatori potrebbero essere più sensibili ai disturbi d’ansia e depressivi


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Recensione libro: «Psicofisiologia degli eventi critici»

Evento critico

Psicofisiologia degli eventi critici è un libro molto interessante che, attraverso la trattazione di tematiche psicologiche fondanti l’impianto teorico di riferimento, costruisce l’edificio della consapevolezza e della gestione dell’aggressività allo scopo di ottenere una qualità di vita migliore per sé e gli altri.

Il libro è un manuale utilizzabile da coloro che sono interessati agli eventi critici e a come vengono affrontati dall’essere umano.

 

Per leggere la recensione sul sito State of Mind –> www.stateofmind.it/2018/10/psicofisiologia-degli-eventi-critici-recensione/

 

Lo stress in polizia: le strategie di coping e le differenze di ruolo e di genere.

Stress in polizia: Come evidenziato dalla ricerca di Cesana (2005), a seguito dell’interazione interpersonale frequente con cittadini/utenti, questa tipologia di lavoro ha le caratteristiche della ‘professione d’aiuto – HCP’ (medici, infermieri, psicologi, assistenti sociali…), ne condivide l’esposizione alla sofferenza umana ed alle situazioni problematiche sia economiche e sia umane, anche con episodi di violenza. Le ricerche di Gächter et al. (2009) e Collins e Gibbs (2003) sottolineano che l’esposizione ad eventi traumatici, alla violenza e sofferenza, sia un fattore distress in polizia.

 

Per leggere l’articolo pubblicato su www.stateofmind.it   vai…