Quale riordino della residenzialità psichiatrica?

Quale riordino della residenzialità psichiatrica? — Zedda M., Ferrero L. – Lavoro&salute, 2018: N° 1, 24 – 25. Scaricabile qui.

Intervista a Barbara Bosi, Psicologa-Psicoterapeuta, Presidente ALMM Onlus, sul riordino della residenzialità psichiatrica In Piemonte e sul Tavolo di Applicazione e Monitoraggio della alla D.G.R. 29 – 3944 Revisione della residenzialità psichiatrica del 19/9/2016 (Integrazioni a D.G.R. 30 – 1517 /2015)

L’Associazione per la Lotta contro le Malattie Mentali (ALMM) è stata fondata a Torino nel 1967 per combattere l’istituzione manicomiale e liberare i pazienti costretti in condizioni di vita disumane. Negli anni, in seguito all’approvazione della legge 180 e con la chiusura degli ospedali psichiatrici, il lavoro dell’Associazione si è focalizzato su coloro che patiscono un disagio psichico e sui loro famigliari, affinché ne sia garantita la dignità in quanto cittadini con pari diritti, la giusta collocazione nelle strutture di cura e sia dato loro un aiuto adeguato in un rapporto di dialogo e collaborazione con i servizi sanitari e le pubbliche amministrazioni.

  1. Da quando ALMM segue il riordino della residenzialità psichiatrica?

L’ALMM segue il riordino della Residenzialità Psichiatrica dal 2013. Il lavoro di riordino iniziò infatti durante la precedente legislatura e portò alla stesura di tre Delibere, che ricevettero parere favorevole dalla IV Commissione Consigliare. La fine anticipata della legislatura e l’insediamento della nuova Giunta nella primavera del 2014 ci vide da subito impegnati a chiedere di proseguire in quel che da molto tempo riteniamo essere un riordino fondamentale, ma nessun Tavolo venne organizzato dall’Assessorato alla Sanità per proseguire il dialogo con le parti sociali. Organizzammo un Convegno il 29 maggio 2015, “Psichiatria senz’anima” in cui intervennero tutte le parti coinvolte a vario titolo in Psichiatria e chiedemmo ancora una volta, pubblicamente, un confronto ed un dialogo. Garanzia di dialogo e confronto che ci venne data in quella sede.

Come tutti sappiamo, la DGR 30 di riordino della residenzialità venne approvata il 3 giugno 2015, quattro giorno dopo il Convegno, con la certezza che non sia stata scritta in quei 4 giorni ma che fosse ovviamente già stata elaborata, e approvata senza il confronto con alcuna parte sociale.

  1. Cosa è seguito dopo il respingimento dei ricorsi da parte del TAR?

 Dopo due anni e due sospensive date dal TAR alla DGR 30 e alla successiva DGR 29 per i danni gravi e irreparabili che potevano causare a pazienti e famiglie, il TAR ha poi respinto tutti i ricorsi nell’estate scorsa. La costituzione in Giudizio di tutte le ASL del Piemonte ha certamente rafforzato la posizione della Regione e favorito il respingimento dei ricorsi. Ha altresì trasmesso a pazienti e famiglie un messaggio forte: l’accoglimento della DGR 29 da parte delle ASL in modo favorevole.

Nel mese di ottobre è stato convocato il primo incontro del Tavolo di Applicazione e Monitoraggio della DGR 29, costituito con determina 868 del 22 dicembre 2016 a cui partecipano oltre alle Associazioni ALMM e DIAPSI (in rappresentanza di 20 Associazioni piemontesi) le Cooperative Sociali, il privato imprenditoriale, i Sindacati, l’Anci e i Consorzi.

  1. Quali sono funzioni e obiettivi del Tavolo?

 Durante il primo incontro del 16 ottobre l’Assessore alla Sanità ha affermato che il percorso di attuazione della DGR 29 riprende dal punto in cui era stato interrotto dai ricorsi al TAR del Piemonte.

Ha ribadito che i contenuti della DGR non sono in discussione e che al Tavolo potranno essere discussi i temi che ogni Ente/Associazione presente al Tavolo proporrà alla Direzione Sanità inerenti la applicazione della stessa.

È stato poi detto che sarebbe stato compito della Direzione Sanità organizzare un calendario di incontri raggruppando i temi proposti da ogni Ente, accorpando argomenti e/o interessi simili o comuni.

Le Associazioni hanno inviato un documento con alcune criticità e avuto un incontro per discuterle. Non è ancora stata fissata la prossima data di incontro del Tavolo, ma certamente le domande di accreditamento del gestori dovranno pervenire in regione entro l’8 dicembre.

  1. Quali saranno le conseguenze della applicazione della DGR 29?

 Oggi almeno 1000 pazienti psichiatrici piemontesi sono curati presso Gruppi Appartamento, che diverranno strutture residenziali SRP3 e che la nuova delibera individua come strutture non più sanitarie.

La finalità dei nuovi criteri di accesso alle strutture residenziali sarà di evitare inserimenti impropri, la valutazione multidisciplinare prevista dalla DGR 29 sarà determinante per il futuro dei pazienti: se per un paziente verrà individuata una struttura SRP3 (Gruppo Appartamento) come luogo idoneo, potrà configurarsi come una violazione al diritto alla cura essendo, questo, divenuto con la delibera a valenza socio assistenziale e non più sanitaria.

Inoltre per gli inserimenti nelle strutture SRP3 (Gruppi Appartamento) è prevista una compartecipazione alla spesa. Mille pazienti che fino ad oggi erano considerati come tali e cioè -come la legge dello Stato prevede-persone ammalate da curare, stanno per diventare “sani per delibera”: non avranno più diritto a cure gratuite ma dovranno pagare l’assistenza che verrà garantita loro. Le attuali Strutture Residenziali dovranno adeguarsi alla nuova delibera e molte di esse lo faranno richiedendo parte della retta giornaliera (60%) al paziente.

Se fino ad oggi il percorso di cura e recupero delle autonomie prevedeva una gradualità d’intensità di cura verso il miglioramento del paziente – strutture ad alta (Comunità di tipo A) media (Comunità di tipo B) e medio-bassa (Gruppi Appartamento) intensità riabilitativa totalmente a carico della Sanità Pubblica (per mezzo dei DSM) – oggi questo percorso si interrompe sia da un punto di vista economico, sia da un punto di vista riabilitativo.

Paradossalmente, mentre il paziente sta procedendo verso un miglioramento della malattia o una maggior autonomia, non solo dovrà iniziare a pagare il 60% della retta, ma troverà nella stessa sede di cura, rispetto oggi, una minor attività riabilitativa a fronte di una maggior assistenza (a pagamento).

Inoltre il personale previsto dalla Delibera all’interno delle strutture residenziali vedrà una forte riduzione di educatori e psicologi ed un significativo aumento degli OSS, con una duplice grave conseguenza:

  • la riduzione delle attività di cura e riabilitazione per i pazienti con incremento di funzioni di sola assistenza;
  • molti psicologi ed educatori delle strutture residenziali perderanno il posto di lavoro.
  1. Cosa succederà a queste figure professionali?

 I gestori delle strutture residenziali convenzionate da molto tempo segnalano che l’applicazione di questa DGR comporterà il licenziamento di molte persone per poter assumente personale OSS e per adeguare gli orari svolti dalle altre figure professionali agli standard della Delibera. Nessuna modifica è stata apportata fino ad ora per evitare questo altro danno che causerà l’applicazione della legge e sia le Cooperative che il privato imprenditoriale affrontano questa situazione con fatica e difficoltà. L’8 dicembre 2017 è il termine per l’accreditamento e adeguamento delle strutture residenziali convenzionate, con le ricadute conseguenti a livello occupazionale per gli psicologi ed educatori professionali.

  1. Al Tavolo è presente l’Ordine degli Psicologi?

 L’Ordine non è presente e non compare nell’elenco degli Enti nominati nella determina del 22 dicembre 2016.

  1. Attualmente quali sono gli spazi di azione per preservare i pazienti e l’occupazione degli operatori?

 Una azione concreta la sta da tempo compiendo il Consiglio Regionale, mozioni bipartisan pongono criticità della DGR 29 all’Assessorato alla Sanità e, ad esempio durante la IV Commissione Sanità del 27 novembre, sembra che alcune di queste criticità siano state discusse con maggior apertura da parte dell’Assessorato. Riteniamo che l’attuale Direttore alla Sanità, Dottor Renato Botti, stia accogliendo alcune delle osservazioni poste sia dalle parti sociali, sia dai Consiglieri Regionali con attenzione e questo ci fa sperare in una maggiore possibilità di confronto costruttivo con le istituzioni.

Le Associazioni intanto promuoveranno da gennaio una serie di incontri informativi aperti a utenti, famigliari ed operatori per informare il più possibile le persone sui tempi e i modi in cui la residenzialità psichiatrica si modificherà durante il prossimo anno.

Abbiamo anche messo a disposizione una mail dedicata per fornire risposte e costruire una rete informale ma solida tra tutti gli attori che, a vario titolo, saranno coinvolti dalla riforma:  infodgr29@gmail.com

 

Dott.ssa Lorena Ferrero

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitiva, Terapeuta Sessuale, formata in EMDR.

Riceve su Torino.

www.studiopsicologotorino.it

info@studiopsicologotorino.it

 

Dott. Massimo Zedda

Psicologo e Psicoterapeuta presso il Centro Clinico Crocetta di Torino

Professore a contratto presso il Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Torino.

Docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva del Centro Clinico Crocetta di Torino

Esperto in sessuologia clinica

Collabora al progetto di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Torino, sulle molestie assillanti e comportamenti violenti

massimo@zedda.it

www.zedda.it

www.centroclinicocrocetta.it

Tutela e senso di responsabilità: la psichiatria in Piemonte.

Tutela e senso di responsabilità: la psichiatria in Piemonte. — Zedda M., Ferrero L., Lazzaro L. – Lavoro&salute, 2017: N° 6, 25. Scaricabile qui.

Nel numero del 4 settembre 2014, scrivemmo un articolo dal titolo: “In comunità riabilitativa per minori si risparmia sulla psicoterapia, si risparmia sul futuro…”, nel quale esponemmo la problematica relativa alla diminuzione delle ore dedicate alla psicoterapia in minori, spesso traumatizzati, e presi in carico presso comunità riabilitative psicosociali per minori (crp).

Sotto il profilo storico ricordiamo come “nel mese di aprile 2014 il DGR del 15 aprile 2014 n. 55-7469 riduce le ore dello psicoterapeuta solo nelle crp, passando da 38 ore settimanali a 20. Questa scelta di risparmio diminuisce l’intervento nelle situazioni in cui c’è ancora la possibilità di agire con un ampio margine di successo riabilitativo/terapeutico.”

Nell’anno in corso, dopo tre anni dal decreto regionale cui sopra, in Piemonte si cerca di definire la riforma dei servizi psichiatrici; la partenza avviene tra le polemiche.

Il Tar l’11 ottobre 2017 ha dato il via libera, dopo aver respinto alcuni ricorsi di cooperative sociali e associazioni dei parenti dei malati, alla D.G.R. 29 – 3944 Revisione della residenzialità psichiatrica del 19/9/2016 (Integrazioni a D.G.R. 30 – 1517 /2015) per riorganizzare i posti letto e razionalizzare le spese, uniformando le tariffe delle varie aree (che fino a oggi erano tutte diverse), prevedendo un accreditamento centrale, su base di requisiti comuni, degli operatori del settore.

Tra le questioni più critiche e controverse ci sono i tempi per l’accreditamento, il riconoscimento dei titoli di studio degli operatori già attivi (che rischiano di perdere il lavoro) e soprattutto un piano organico della psichiatria che includa i servizi della domiciliarità e le prestazioni sul territorio.

Così in un articolo de La Stampa del 16/09/2016 (http://www.lastampa.it/2016/09/16/cronaca/il-primo-s-sulla-legge-di-riordino-della-psichiatria-qUx0Yjfd2MgYsWUkrDPHCL/pagina.html) — «La delibera, se non verrà ulteriormente modificata, rischia ancora di mettere in discussione i principi stessi delle leggi – dichiara il capogruppo di SEL, Marco Grimaldi – libertà di scelta della persona, personalizzazione del progetto e percorsi riabilitativi a differente intensità assistenziale. Sostenere che nei gruppi appartamento non venga svolta attività terapeutica e riabilitativa è la negazione dello spirito che pervade quelle leggi così importanti per il progresso civile del nostro Paese».

Il 29 ottobre 2017 su http://www.quotidianosanita.it/piemonte/articolo.php?articolo_id=47305 si può scaricare l’ordinanza del Tar del Piemonte e leggere quanto scritto il 26 gennaio 2017, in cui si riporta che — “Il rinvio della discussione di merito di altri nove mesi, unita alla sospensione dell’efficacia delle nostre delibere, rischia di causare un danno a tutto il sistema sanitario regionale – spiega l’assessore Antonio Saitta -. Il nostro obiettivo è soprattutto quello di garantire che i pazienti siano curati e seguiti sulla base delle loro esigenze e purtroppo non sempre questo è avvenuto. La Giunta che ci ha preceduto, ad esempio, ha pagato gli operatori senza accreditamento. Solo una riforma della psichiatria riporterà ordine in questo settore, dove anche i soggetti privati devono essere accreditati e operare su una base tariffaria in funzione dei servizi che prestano. Oggi la psichiatria è rimasto l’unico settore della nostra sanità a non avere queste regole”.

Molti colleghi psicologi rischiano di perdere il posto di lavoro e/o ritrovarsi un monte ore complessivo notevolmente ridimensionato, il comunicato stampa dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte in data 24/09/2015 (https://www.ordinepsicologi.piemonte.it/comunicati/la-delibera-sulla-residenzialita-mette-a-rischio-700-posti-di-lavoro-per-gli-psicologi) cita che “la delibera sulla residenzialità mette a rischio 700 posti di lavoro per gli psicologi”. L’Ordine stesso, ha deciso di non presentare ricorso per la Delibera 30, rimanendo in stretto contatto con i soggetti che hanno presentato ricorso al Tar e auspicando che prevalga su tutto il senso di responsabilità e si trovi una soluzione che tuteli in primis i pazienti.

Condividiamo che prevalga il senso di responsabilità e l’interesse dei pazienti, i quali hanno bisogno di aiuto vero, incondizionato e professionale, ma anche che non si perda di vista la tutela della dignità professionale di chi in questi anni ha contribuito al benessere sociale.

Il tavolo di monitoraggio che ha il compito di seguire posso per passo la riforma della residenzialità psichiatrica voluta dalla Regione Piemonte, si è insediato il 16 ottobre 2017. Al tavolo, fanno parte rappresentanti dei Comuni, degli enti gestori, sindacati, cooperative e associazioni dei familiari dei pazienti, insieme ai funzionari dell’assessorato alla Sanità e dell’assessorato alla Coesione sociale. — http://www.regione.piemonte.it/sanita/cms2/notizie-87209/notizie-dallassessorato/5472-16-10-2017-al-via-il-tavolo-di-monitoraggio-della-residenzialita-psichiatrica

Come pubblicato sul sito dell’Ordine degli Psicologi del Piemonte, il presidente nel comunicato stampa del 04/07/2015 scrive quanto segue: ” In considerazione dell’imminente pubblicazione della D.G.R. n. 30-1517 del 3 giugno 2015  con cui la Regione ha disposto il riordino della rete dei servizi residenziali della psichiatria,  come Ordine degli Psicologi della regione Piemonte si auspica che la suddetta delibera  possa venir modificata in alcuni suoi punti, che vedrebbero eccessivamente penalizzata la figura professionale dello psicologo”.

 

Dott.ssa Lorena Ferrero

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitiva, Terapeuta Sessuale, formata in EMDR.

Riceve su Torino.

www.studiopsicologotorino.it

info@studiopsicologotorino.it

 

Dott. Massimo Zedda

Psicologo e Psicoterapeuta presso il Centro Clinico Crocetta di Torino

Professore a contratto presso il Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Torino.

Docente presso la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia Cognitiva del Centro Clinico Crocetta di Torino

Esperto in sessuologia clinica

Collabora al progetto di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Torino, sulle molestie assillanti e comportamenti violenti

massimo@zedda.it

www.zedda.it

www.centroclinicocrocetta.it

 

Dott.ssa Lorella Lazzaro

Psicologa e Psicoterapeuta Cognitiva in attività privata, presso residenze per anziani e comunità riabilitative-terapeutiche per adolescenti con diagnosi psichiatrica

Esperta in sessuologia clinica

Riceve presso lo Studio privato in Cavalermaggiore (CN)

lorella.lazzaro@gmail.com